Il 2020 è stato un anno senza concerti ed è soprattutto per questo che lo ricorderemo, nulla potrà colmare questo vuoto enorme. Nonostante ciò sono stati tanti gli artisti che hanno dato vita a produzioni molto interessanti.
Questa classifica ha soprattutto l’obiettivo di invitare all’ascolto di alcuni album che possono essere sfuggiti ai più, un modo innanzitutto per condividere, senza la pretesa di essere completi al cento per cento. Non soltanto ska, ma anche tutto ciò che ruota intorno allo ska, come al solito su questo blog.
1 – Victor Rice – Drink (USA)
Come già detto nell’articolo (con intervista) a lui dedicato Victor Rice è, dal nostro punto di vista, uno dei più importanti artisti ska contemporanei. La svolta nella sua carriera è stata rappresentata da Smoke, album del 2017 di cui Drink è un seguito ideale. Finissimi ed eleganti pezzi strumentali che scaldano il cuore, forti le influenze brasiliane.
2 – Mango Wood – Stomp You Down (SPA)
Rocksteady ed early reggae di altissimo livello. I Mango Wood sono una band spagnola, di Madrid, questo è il loro primo disco uscito con Liquidator Music ed è un grande esordio. Band da seguire. Il video conferma lo stile e l’amore per i dettagli che caratterizzano i Mango Wood.
3 – Jim Murple Memorial – 4 (FRA)
Undicesimo album della band francese. Un mix vincente di influenze, forte quella r’n’b, e una voce sensuale, rendono 4 un album estremamente piacevole e caloroso.
4 – The Bluebeaters – Shock! (ITA)
Disco attesissimo, i Bluebeaters tornano come una ventata d’aria fresca. Shock! aggiorna il suono della leggendaria band torinese, facendolo sposare con l’indie italiano. Tante gemme per un disco molto buono, che abbiamo approfondito qui.
5 – The Bandulus – Love a Woman (USA)
Probabilmente l’album più eterogeneo tra quelli citati in questa classifica, tanto che l’inizio è quasi rock’n’roll. Tanti bei pezzi e il coraggio di spaziare da un genere all’altro, soul, reggae e tanto altro. Band su cui è difficilissimo reperire informazioni in rete.
6 – Crazy Baldhead – Go Oasis (USA)
Band nata nel 1997 che lavora soprattutto in studio e che dal vivo ha accompagnato importanti artisti giamaicani come Ken Boothe o Derrick Morgan. Album energico, tecnicamente ineccepibile.
7 – The Oldians – Roots’N’Soul (Nice & Easy) (SPA)
Gli Oldians sono una certezza e uno dei nostri gruppi preferiti dal 2017, quando definimmo Out of the Blue il miglior album del 2017. Probabilmente quell’album rimane inarrivabile, ma anche questo è un ottimo disco ed è bello sapere che anche nel contesto ska c’è una band su cui poter contare sempre.
8 – Toots & The Maytals – Got to be tough (JAM)
Ultimo disco dei Maytals, uscito poco prima dell’inaspettata morte di Toots Hibbert, che ci ha sconvolto profondamente. Nonostante Toots non fosse giovanissimo, aveva dato segni di grande vitalità e in alcuni recenti concerti, i cui video ora ci riempiono di nostalgia. Eternamente grati. Got to be tough è un buon disco, godibile, la voce di Toots risulta immutata nonostante il tempo che passa, ma non sarà per questo che ricorderemo i Toots & The Maytals.
9 – Ska Jazz Messengers – Introspección (SPA)
Ottimo disco ska-jazz della band Venezuelana nata nel 2009. Questo è il loro album di debutto e si tratta di un esordio che sorprende positivamente, che rimanda ai migliori Skatalites.
10 – The Dell-Hi’s – So Follows the Dance (USA)
Un album di bellissimo rocksteady. I The Dell-Hi’s sono una band statunitense al primo EP. Tre diversi cantanti che si alternano tra di loro nei vari pezzi.