Anche quest’anno stiliamo la classifica dei migliori album del 2018.
Come nelle precedenti edizioni, quelle del 2016 e del 2017, ribadiamo che questo elenco ha soprattutto lo scopo di divulgare nuovi artisti interessanti e proporre un approccio allo ska che non sia prettamente nostalgico.
La classifica è composta da album usciti in qualunque parte del mondo nel 2018, a vario titolo legati all’immaginario della musica giamaicana. Non solo ska ma anche rocksteady, reggae e così via. Non sono stati inclusi i singoli.
10. The Royal Architects – The Brooklyn Sessions EP (Canada, Night Howler Records)
Band canadese, tra le scoperte più interessanti degli ultimi tempi, composta da molti veterani della scena, tra cui componenti di Slackers e Easy Star All-Stars. Le tracce sono solo cinque ma ci auguriamo che questo debutto sia un preludio alla produzione di un album completo. The Brooklyn Sessions EP è stato prodotto da Jay Nugent e dimostra una forte influenza boogie.
9. Lollypop Lorry – Ural Station (Russia, Magnetic Loft Records)
Avevamo conosciuto i Lollipop Lorry grazie ad alcuni splendidi live postati su YouTube. Il primo album è un buon lavoro che alterni pezzi strumentali a cantati, cover a inediti. Un lavoro che vanta varie collaborazioni e notevoli “cambi di ritmo”.
8. Napoleon Solo – Open Channel D (Danimarca, Pork Pie Records & Jump Up Records)
I danesi Napoleon Solo sono uno dei gruppi ska più interessanti degli anni ’80. Ritornano con Open Channel D, ottimo disco caratterizzato da un suono legato al 2 tone con un tocco di ska anni ’60 e soul. Abbiamo parlato dei Napoleon Solo e della scena ska degli anni ’80 qui.
7. The Interrupters – Fight The Good Fight (USA, Hellcat Records)
Tra quelli in classifica, il gruppo meno in linea con i nostri classici gusti musicali. Difficile però resistere all’energia di questa promettente band statunitense, la cui notorietà è destinata a crescere. A metà strada tra ska e punk rock, il legame con i Rancid è evidente, tanto che i ragazzi degli anni ’90 hanno partecipato attivamente alla creazione di quest’album. Al disco contribuisce anche Billie Joe Armstrong dei Green Day. Di seguito la “hit” di Fight The Good Fight, She’s Kerosene, che si avvicina incredibilmente alle sei milioni di visualizzazioni su YouTube.
6. Alpheus – Light Of Day (UK, Liquidator Music)
L’avevamo conosciuto allo scorso The London International Ska Festival. Questo album era uscito proprio in quel periodo: un piccolo gioiello che ha un sapore puro e genuino, nato dalla collaborazione con il produttore reggae Roberto Sanchez.
5. Jr. Thomas & the Volcanos – Rockstone (USA, Colemine Records)
A conferma della vitalità del contesto statunitense basta ascoltare i Volcanos, che danno vita a un album di puro reggae e rocksteady. Una cosa fatta bene, dieci tracce che ti assorbono completamente, che rilassano e che regalano una sensazione di estasi durante l’ascolto.
4. The Fuss – Ourselves (USA, Jump Up Records)
Da Washington una band che mixa ska, rocksteady e reggae con alcuni dei suoni degli anni ‘60 maggiormente amati dalla scena mod. Ourselves è il loro album di debutto, 14 tracce estremamente cool. Un esordio glorioso, strumentalmente perfetto.
3. Le Birrette – Gal Songs Only (Italia, autoprodotto)
Dopo il singolo del 2017 Mr. A / Blue Skies Le Birrette escono finalmente con il loro primo album Gal Songs Only. Dieci tracce che confermano il talento delle ragazze, che si inseriscono a pieno titolo nell’insieme delle band ispirate alla musica giamaicana più interessanti. Qui la recensione approfondita di Gal Songs Only.
2. The Oldians – We Are Reggae (Spagna, Liquidator Music)
In cima alla classifica dei migliori album del 2016, gli Oldians confermano la loro eleganza e la loro sensibilità musicale con un altro sublime disco sempre orientato allo ska-jazz. Difficile non rimanerne incantati ancora una volta, provate ad ascoltare Those Little Things e capirete subito a cosa facciamo riferimento. Abbiamo parlato degli Oldians in modo approfondito in vari nostri articoli.
1. Janet Kumah – Yellow Flower (UK, JAAKMusic)
Dopo l’esperienza con i Delegators Janet Kumah realizza il suo primo album da solista. Un risultato ottimo, capace di mixare con successo ska, rocksteady e la passione per gruppi come The Vandellas and The Marvelettes. Una voce incredibile, calda e intensa, una band di alto livello e un suono emotivamente coinvolgente danno vita al miglior album del 2018.