Birth of the Fourth Wave of Ska, realizzata dall’etichetta statunitense Angel City Records, è una compilation di cui c’era grande necessità.
L’obiettivo di Birth of the Fourth Wave of Ska è quello di selezionare i gruppi ska più interessanti, su scala mondiale, e inserirli all’interno di un disco. La selezione non è stata casuale. Sotto l’etichetta di “ska”, infatti, non sono stati racchiusi tutti i filoni musicali ispirati a quel genere, ma solo quelli che avevano un certo legame con quello spirito che, in modo abbastanza semplicistico, potremmo definire “originale”.
Si ha infatti l’impressione di immergersi in una raccolta di singoli giamaicani degli anni ‘60, ma la cosa bella è che questi gruppi sono tutti contemporanei, e vengono da varie parti del mondo. Dagli USA all’Argentina, dal Messico all’Australia. A prevalere sono le band statunitensi, anche in virtù dell’etichetta che ha dato vita a Birth of the Fourth Wave of Ska, che è appunto la statunitense Angel City Records.
Scelta molto interessante è quella di non cadere nel tranello di inserire gruppi noti, che non avrebbero aggiunto valore a una compilation che ha il proprio punto di forza nel permetterci di scoprire formazioni nuove ma con dei riferimenti musicali ben fissati in mente.
Appassionarsi a queste band è importante soprattutto perché lo meritano, ma anche perché è l’unico modo di sostenere una dimensione dello ska che non vive il proprio periodo più fiorente: quella dei live. Se è infatti vero che la passione per gli anni d’oro giamaicani è viva, in modo sparso in tutto il mondo, e si esprime attraverso il collezionismo, è anche vero che il numero di concerti sono in continua diminuzione, con l’eccezione di qualche (importantissimo!) Festival qua e là. Sostenere questi gruppi vuol dire quindi permettergli di andare in tour, di avere più musica dal vivo, di essere presenti sotto i palchi e divertirci.
Sarebbe difficile approfondire in quest’articolo tutti i gruppi presenti nella compilation. Diciamo soltanto che Birth of the Fourth Wave of Ska merita di essere ascoltato tantissime volte, integralmente, preferibilmente ad un volume alto. Non ci vorrà molto per rimanere positivamente sorpresi dal livello delle canzoni presenti.
Questo disco ci ha dato l’opportunità di scoprire molti gruppi, che avremo sicuramente modo di approfondire attraverso futuri articoli. Ma anche l’opportunità di trovarne degli altri su cui avevamo puntato già da un po’, come ad esempio gli Steady 45s o i Lollipop Lorry.
Il risultato è un lavoro che ci offre il meglio dei generi musicali giamaicani in versione contemporanea, non solo ska, ma anche rocksteady e reggae.
Birth of the Fourth Wave of Ska merita un riconoscimento particolare, per i motivi che abbiamo elencato poco sopra. C’è anche da dire che si tratta, ovviamente e inevitabilmente, di un lavoro incompleto: sarebbe stato infatti impossibile andare a scrutare tutti gli angoli del mondo alla ricerca di gruppi ska. Si sente però la mancanza degli Oldians, dei Death of Guitar Pop, dei Cosmic Shuffling, dei Soweto, dei Big e così via.
Inoltre, da segnalare l’assenza di gruppi italiani. L’Italia vive un periodo particolarmente interessante da un punto di vista delle band ispirate allo ska, e ne ha alcune che non avrebbero nulla da invidiare a quelle presenti in Birth of the Fourth Wave of Ska. Solo per citarne alcune: The Uppertones, Le Birrette, North East Ska Jazz Orchestra.
Potete trovare alcune interessanti nuove band ska in questi due articoli:
- Ska: i dieci migliori album del 2016
- Ska: i dieci migliori album del 2017