Un po’ Madness, un po’ Specials, un po’ Blur, i Death of Guitar Pop sono una vera e propria ventata d’aria fresca proveniente dall’Essex. La contea inglese a nord est della capitale ha dato i natali a Prodigy, Ian Dury e Blur per l’appunto, non è un caso quindi che per questa band le influenze siano molteplici e variegate. L’impronta stilistica di questo duo di giovani ispirati dal mondo mod e skinhead (come si evince da questa intervista) è in ogni caso prevalentemente 2 Tone. A più riprese i Death of Guitar Pop hanno dichiarato il loro amore per i Madness: per Silky, Suggs che cantava The Prince in un vecchio VHS del padre ha rappresentato la prima fonte di ispirazione musicale.
È raro, negli ultimi anni, trovare un gruppo che si rifaccia così evidentemente alla “Second Wave of Ska”. Opinione personale e mi prendo tutte le responsabilità del caso: diversamente da ska, rocksteady e prima era del reggae giamaicano, che seppur di nicchia sono diventati quasi generi senza tempo, la 2 Tone (per una serie di motivi forse legati al più che discreto successo avuto all’inizio degli anni 80) sembra un genere difficilmente replicabile, come se fosse legato esclusivamente a quel periodo.
Per ascoltare qualcosa di nuovo in questo ambito si sono dovuti aspettare i ritorni delle vecchie glorie, il nuovo album dei Selecter o il nuovo album dei Madness, ma raramente band completamente nuove riescono ad incarnare così bene lo spirito 2 Tone come fanno i Death of Guitar Pop.
Proviamo a guardare più da vicino il duo composto da Oliver “Silky” Hookings e Jonny “Top Kat” Hick, e il loro primo – e per ora unico – album, uscito lo scorso novembre, 69 Candy Street.
La tilte track è probabilmente il pezzo più orecchiabile. 69 Candy Street è tutto un gioco di rimandi, riferimenti e citazioni allo ska e ai suoi personaggi. Il loro look, ovviamente, ma anche il titolo stesso: “69” è il numero magico degli skinhead, “Candy Street” probabilmente un riferimento ad Orange Street a Kingston. Non solo, a più riprese viene cantato “Sweet and dandy is Candy Street“, un riferimento abbastanza evidente a Sweet and Dandy, pezzo storico dei Toots and The Maytals. I Death of Guitar Pop quindi omaggiano a più riprese il genere, anche se in 69 Candy Street il ritmo in levare fa solo da base a melodie prettamente Britpop.
In Suburban Ska Club il duo riesce in qualche modo a coinvolgere nel progetto una leggenda come Neville Staple, che nel video autografa ai “novellini” l’altrettanto leggendario disco Specials, per poi accompagnarli in questo brano che per ritmica e leggerezza ammicca alla “Third Wave of Ska” anni ’90 e nel motivo principale ricorda particolarmente la giocosa Ne Ne Na Na Na Na Nu Nu dei Bad Manners. “I wanna hear skinhead reggae all night long” canta Silky, la canzone è probabilmente autobiografica visto che i due sono organizzatori, una volta al mese, di una serata allo Ska Club di Grays, cittadina dell’Essex orientale, che è tra l’altro il nome della loro casa discografica riportata sui loro giubbotti nel video.
Il più evidente omaggio allo ska original è nella cover dei Melodians Sweet Sensation, brano che nell’economia dell’album stacca con i pezzi più vivaci per regalarci dolci atmosfere rocksteady. Nel video vengono ripresi personaggi e locali chiave della scena skinhead nell’Essex, facendo sfondo ad una coppia di skin che romanticamente passeggia per i luoghi più rappresentativi della contea. L’accostamento delle melodie alle ambientazioni dà la sensazione di fare un bel salto indietro nel tempo senza cadere nella nostalgia, mostrando invece con fierezza di aver conservato determinati valori di comunità e controcultura anche nel mondo attuale.
Il mix 2 Tone e Britpop che contraddistingue la band è evidente in Rickety Old Train, anche qui vengono coniugate ritmica ska e melodie dal forte influsso derivante dal rock alternativo inglese di metà anni ’90. Suggestione: l’utilizzo del treno come soggetto delle canzoni ricorre spesso nei vecchi pezzi ska giamaicani come The Train Is Coming Back dei Gladiators o Train To Skaville degli Ethiopians, quest’ultima probabilmente addirittura citata nel ripetuto “Choo choo” nella parte finale della canzone.
Il resto di 69 Candy Street per impatto e creatività non sembra all’altezza dei primi validissimi brani e scivola un po’ via tra il 2 Tone politicamente scorretto di Song About My Bird, la ballata puramente Britpop Messheads e addirittura accenni punk con About a Boxer.
Se ascoltando le canzoni o guardando i video state pensando, “Io questi li ho già sentiti in qualche live“, avverto che è molto difficile. I Death Of Guitar Pop hanno deciso infatti di non fare concerti fino all’uscita del loro nuovo album, una scelta molto particolare figlia di una strategia interessante. In questa intervista Silky spiega che la scelta è stata quella di farsi conoscere inizialmente su internet, evitando concerti in cui il pubblico non sapeva chi aveva davanti. La mancanza di live infatti è stata rimpiazzata dall’accuratezza tecnica e iconica dei loro video in rete.
Nel complesso i Death Of Guitar Pop sono un gruppo da tenere d’occhio, con un suono forse fin troppo preciso e pulito per il genere, ma con una chiave interpretativa attuale della 2 Tone veramente significativa. I ragazzi riescono a rimanere perfettamente in equilibrio su quel sottile filo che divide l’omaggio citazionista e la riproposizione identica dei vecchi fasti.