La maratona di Joe Strummer

Un collage di immagini che ci mostrano Joe Strummer che corre la maratona

Tre mesi, dodici settimane, ottantaquattro giorni. È quello che i runner considerano come il tempo minimo per la preparazione di una maratona, la celebre distanza di 42,195 km. L’impresa in questione trova origine nell’antica Grecia, nella corsa che l’emerodromo Fidippide compì nel 490 a.C. per annunciare la vittoria greca nella battaglia di Maratona contro i persiani, perdendo la vita dopo questo sforzo. La distanza tra Atene e Maratona corrisponde a quella che oggi tutti conosciamo come la più nota competizione podistica. Il bello di una maratona è che ci permette di vedere sullo stesso palcoscenico campioni di altissimo livello, professionisti noti, assieme a dilettanti o amatori. Il podismo è uno sport estremamente popolare, il suo fascino sta anche qui. Probabilmente Joe Strummer lo sapeva bene quando decise di correre la sua prima, poi seconda, ed infine terza maratona.

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, Joe Strummer è stato un collante fondamentale tra la cultura giamaicana e quella inglese. Ma prima di tutto Joe Strummer è stato leader, chitarrista e voce di uno dei gruppi più influenti nella storia della musica mondiale, i The Clash, band nata in pieno periodo punk. I Clash, musicalmente, hanno sperimentato anche reggae, ska e rock’n’roll, come testimonia il loro capolavoro del 1979 London Calling. Tuttavia la loro influenza non va ricercata solo nella musica, considerato che le loro canzoni hanno rappresentato e raccontato battaglie politiche, i disagi di una generazione ed i suoi desideri, sempre in modo costruttivo e mai nichilista, in netto contrasto con alcuni colleghi del loro tempo come i Sex Pistols. Joe Strummer è stato il fulcro di questa band, figura poliedrica che nel suo personale curriculum, tra le altre cose, vanta anche una particolare carriera cinematografica ed un’esperienza sportiva cui pochi crederebbero: proviamo ad approfondire quest’ultimo aspetto.

La prima testimonianza del Joe Strummer sportivo risale al 1981 e consiste in una foto che mostra il Nostro che corre con una maglietta dei Clash caratterizzata da un teschio e dalla scritta Clash Take the Fifth in quella che dovrebbe essere la London Marathon. Sullo sfondo possiamo intravedere le forze dell’ordine; un bel colpo d’occhio se pensiamo ai rapporti contrastanti di Joe con le autorità, che negli anni precedenti era addirittura stato arrestato due volte, nel 1977 (per una scritta sul muro di un hotel) e nel 1980 (per aver partecipato ad una rissa partita tra il pubblico di un suo concerto). La foto è di grande interesse per gli appassionati, ma non è questo l’episodio più rilevante, considerato che nell’immagine il leader dei Clash non ha il pettorale e dunque non ci sono conferme certe della sua partecipazione alla competizione, né del fatto che sia riuscito a concluderla.

La maratona di Joe Strummer: il cantante dei Clash in tenuta sportiva

La seconda testimonianza è più autorevole. Siamo nel 1982 e sta per uscire Combat Rock, quinto album in studio dei Clash, quello di Know Your Rights e Straight to Hell. Il manager della band, Bernie Rhodes, per aumentare l’interesse dei media e dei fan nei confronti dell’evento propone a Joe di sparire per qualche tempo. Così Joe si fa crescere barba e capelli ed insieme alla sua ragazza del tempo, Gaby Salter, prende – non a caso – una casa a Montmartre, quartiere di Parigi storicamente legato all’arte e alla cultura. Il fatto è noto ai più, quello di cui non si è parlato è che proprio in quel periodo si corre la maratona di Parigi. Joe e Gaby partecipano. Lei non la finisce neppure, lui riesce a concluderla e pare che questa volta si possa esser certi dell’impresa di Strummer. In una foto di quel giorno, infatti, il leader dei Clash indossa una medaglia che dovrebbe bastarci come testimonianza dell’impresa. Quello che manca ancora una volta, però, è il pettorale.

Joe Strummer, dopo la maratona, con la sua ragazza del tempo Gaby Salter

La terza maratona di Joe Strummer, londinese, è quella entrata nella leggenda perché ci restituisce definitivamente l’immagine di una figura versatile ed imprevedibile: ci sono due foto che ci raccontano chiaramente la sua partecipazione alla gara di Londra del 1983, c’è un pettorale, D918, ci sono degli articoli di giornale che lo descrivono come The Marathon Man, ed è nota anche la struttura del team con il quale Joe prese parte all’iniziativa. Si trattava di un gruppo di aspiranti podisti riunito per motivi solidali dal giornale inglese The Sun che, attraverso la maratona, puntava a raccogliere fondi in favore della lotta alla leucemia. I giornali dell’epoca ci danno anche il tempo che il leader dei Clash portò a casa, 4:13 (quattro ore e tredici minuti). Già finire una maratona è un successo, come se non bastasse questo è un risultato rispettabilissimo per chi non ha grosse esperienze con la corsa: spesso i dilettanti impiegano un tempo decisamente superiore.

Joe Strummer alla sua terza maratona, a Londra

Joe Strummer si era allenato per la maratona? Chi conosce questo sport sa che è impossibile fare 42 km in 4:13 senza aver mai corso o essersi preparati un minimo in modo specifico. Tuttavia, in un’intervista del 1999, Joe Strummer affermò di non essersi mai allenato per quella maratona, e che era riuscito a concluderla solo grazie ad un suo personale trucco. Non stiamo parlando di doping o di sostanze illecite, ovviamente: “Non chiedetemi in che modo mi esercito, perché non voglio che la gente mi copi. […] Bevo dieci pinte di birra prima di ogni corsa, e non mi alleno mai nelle quattro settimane che precedono la maratona.

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