Ska: i dieci migliori album del 2017

Ska: i dieci migliori album del 2017

Dieci artisti o band che, dal nostro punto di vista, sono stati autori dei migliori album usciti nella scena ska mondiale nel 2017.

La decisione di stilare una classifica sui migliori album ska del 2017 ha soprattutto rappresentato l’inizio di in un viaggio alla scoperta di nuovi artisti, provenienti da tutte le parti del mondo. Per dare vita alla classifica dei migliori album ska, redatta da 2/4 di lamusicaska.it, Gabriele Cavalera e Massimiliano Ghionda, sono stati ascoltati circa una 60ina di album e di EP riguardanti lo ska in senso molto ampio. Pian piano li si è scremati: all’inizio è stato facile, arrivare a dieci invece è stato difficilissimo, ma siamo contenti del risultato. Gli artisti preferiti e le varie correnti privilegiate rispetto ad altre hanno chiaramente fatto emergere la “linea” del sito. Non ci siamo limitati allo ska puro: la musica è sempre un convergere di influenze anche molto differenti, e questo vale a maggior ragione per un genere musicale che è storicamente incontro tra culture, stili ed immaginari anche molto differenti tra di loro. È stato quindi impossibile per noi ignorare gli artisti che si rifanno a ciò che c’è stato prima dello ska (jump blues, tanto per fare un esempio) o a quello che c’è stato dopo (2 tone, per citarne uno a caso). Nella nostra classifica sui migliori album ska del 2017 non sono stati presi in considerazione i singoli. Qui la classifica del 2016.

10. The Dendrites – Damn Right (USA)

Ska strumentale per una band che viene da Denver ed è composta da undici elementi. A caratterizzare questo lavoro sono undici tracce energiche e ballabili, fiati coinvolgenti, tanti assoli godibili e ritmo in levare serrato. L’apice si raggiunge con l’irresistibile Oh Yea? Oh Yeah!.

09. Death of guitar pop – 69 Candy Street (UK)

Sicuramente uno dei gruppi più innovativi tra quelli che abbiamo potuto ascoltare quest’anno, ed in assoluto quello destinato ad avere più visibilità commerciale negli anni a venire. I Death of guitar pop sono una giovanissima band che esordisce con un album trasversale, che potrebbe risultare interessante anche agli occhi di chi non ha mai ascoltato ska, senza però scadere nella banalità. In 69 Candy Street è fortissima l’influenza del Britpop e dei Madness. A rendere ancora più convincente quest’esordio ci pensa anche un bel featuring con Neville Staple. I Death of guitar pop si possono ascoltare su Spotify.

08. Saucyhorn – Calfone Special (USA)

Un salto negli anni ’60 giamaicani; a ritmo di un rocksteady d’altri tempi scopriamo un album interessantissimo che vede, tra gli altri, la presenza di un viso noto agli appassionati di ska: Joseph Quinones (aka Joe Q) degli Steady 45’s. Nove tracce strumentali ed una finale in acustico, per un album immediato e rilassante.

07. Cosmic Shuffling – Cosmic Goes Wild (Svizzera)

Rimaniamo in ambito “old” con un gruppo che promette benissimo: al loro esordio, i Cosmic Shuffling ci presentano un sorprendente EP di quattro tracce. Apertura imponente con Ponce Pilate, per un alternarsi di tracce vocali e strumentali.

06. Ken Boothe – Inna de Yard (Giamaica)

Se questo fosse stato un album di inediti, sarebbe di certo al primo posto e da noi considerato come uno dei migliori album reggae della storia. Inna de Yard riprende alcuni dei classici di Ken Boothe donandogli una bellezza nuova, fresca. Semplicemente incantevole. Qui la recensione.

05. The Uppertones – Up Up Up! (Italia)

I The Uppertones sono una band particolarmente significativa: con il loro jump blues stanno chiarendo all’Italia (e non solo) le idee sulle origini dello ska. Avevano esordito nel 2015 con un album di cover, Closer To The Bone; con Up Up Up! Mr. T-Bone e soci si misurano con gli inediti e ci regalano un importante conferma. Qui la recensione dell’album.

04. Soweto – Turn On The Music Again (Spagna)

Una bellissima voce ed una band compatta che ci rimanda allo ska più gioioso che si possa ricordare. Dodici tracce per un album che non dimostra mai segni di cedimento; tanti i riferimenti agli artisti degli anni d’oro dello ska.

03. The Big – Slam Door Sessions vol. 2 (UK)

Un suono sconvolgente, un incrocio mai visto né immaginato tra Specials, Flipper e Dead Kennedys. Uno ska carico e denso di rabbia, con una voce ruvida capace di creare un sound che non avevamo mai sentito finora.

 

02. The Selecter – Daylight (UK)

Daylight, ovvero: il secondo miglior album dei Selecter. Lo ska è assente o quasi al’interno di questo splendido lavoro, ma poco importa. Il “pop reggae” della band di Pauline Black raggiunge livelli altissimi, nella musica così come nei contenuti. Ne abbiamo già parlato in modo approfondito. Daylight si può ascoltare su Spotify.

01. Victor Rice – Smoke (USA/Brasile)

Al primo posto quello che è per noi un capolavoro. Un fine album strumentale, elegante, dolce ed a tratti malinconico che ci mostra uno ska-jazz che si fonde con elementi legati alla musica brasiliana. Victor Rice, produttore e membro di punta della scena ska statunitense, ha infatti creato un importante simbiosi con il Brasile negli ultimi quindici anni. Ritmi in levare ma non solo: ampio spazio a jazz, reggae e rocksteady. Canzoni perfette, assoli emozionanti e tecnica sopraffina consegnano a Victor Rice il primo posto nella classifica dei migliori album ska del 2017.

4 Commenti

  1. Salvatore Daniele Menna

    Inizio subito con l’ascolto!

    Risposta
    1. Gabriele Cavalera

      <3

      Risposta
  2. Pingback: Ska: i dieci migliori album del 2018 - Musica Ska e sottocultura

  3. Pingback: Victor Rice, intervista e analisi di "Drink" insieme all'artista (ita/eng)

Rispondi