Ovvero: come fare un live report senza poter seguire il live
Una serata difficilmente dimenticabile. La quattordicesima edizione di Bologna City Rockers del 23 settembre 2017 al Sottotetto Sound Club è stata una vera e propria scorpacciata di ska. Come avevamo già detto, non ci sono stati solo i Selecter. Altri sei gruppi locali e non hanno gradualmente accompagnato all’orgasmo 2 tone prodotto dallo storico gruppo di Coventry.
Ora, è bene un avvertimento. Chi scrive è stato anche uno degli organizzatori. Questo non lo dico solo per onestà nei confronti dei lettori rispetto ad un tono che sarà per forza di cose entusiasta relativamente alla serata. Lo dico semplicemente perché gran parte dei gruppi che si sono succeduti sul palco non li ho potuti vedere all’opera. Quindi quello che leggerete, oltre che un live report, può essere considerato una prospettiva diversa, una sorta di dietro le quinte che in parte può spiegare il lavoro che c’è al margine di un concerto. Spesso fatto di tante piccole cose però importanti, perché i dettagli possono fare la differenza.
Alle 18 e 30 spaccate iniziano i Lou del Bello’s. Nato da un altro gruppo ska bolognese, I Quattrocento Colpi, sono attivi ormai da più di quindici anni. Purtroppo a quell’ora c’è ancora poca gente, quindi pochi fortunati hanno assistito alla divertente e ironica esibizione del gruppo. Dovevo controllare le porte sul retro, ma la poca affluenza in quel momento mi ha permesso di vedere all’opera i Lou del Bello’s. Il loro repertorio è pieno di versioni ska di classici della musica leggera italiana, personalmente l’apice lo trovo nella cover di Una carezza in un pugno di Adriano Celentano. Se la gioca con la dichiarazione del bassista Zimmy: “Tranquilli, facciamo tutti un altro lavoro“.
Giusto il tempo di vedere i Maleducazione Alcolica salire sul palco e da qui fino ai Selecter per me buio di live, purtroppo. Prima un viaggio di pizze per le band e per alcuni di noi Bologna City Rockers, cosa che mi permette comunque di mangiare una ulteriormente, apprezzabile. Una volta tornato, turno alla cassa. Un po’ angusta per i miei gusti, temevo di incontrare difficoltà nel dare i resti visto il periodo del turno di massima affluenza e la scarsa confidenza con i calcoli. In realtà la cosa più ardua forse è stato frenare un minimo l’ardore di chi voleva entrare subito, dovendo molti fare prima la tessera del posto in un altro gabbiotto vicino.
Per il resto tutto liscio fino a fine turno. Nell’ordine, nel frattempo, si succedono Maleducazione Alcolica, Urgonauts, Birrette, Statuto e Shots in the Dark. A dire il vero, c’è una breve e piacevolissima parentesi quando sono entrato nella sala per cambiare i soldi. Lì ho potuto apprezzare il classicone degli Statuto Ragazzo Ultrà e rendermi conto che la situazione era già molto carica.
Tra una cosa e l’altra entro praticamente all’ultima nota degli Shots in the Dark, storico gruppo ska original romano che la settimana precedente aveva suonato con una leggenda come Roy Ellis aka Mr Symarip all’Estragon di Bologna. È passata la mezzanotte: Pauline, “Gasp” Hendricksen e compagnia sono pronti dietro il palco. L’attesa per il cambio è più lunga del solito, un po’ perché la strumentazione dei Selecter è importante, un po’ perché siamo addirittura in anticipo con i tempi. A mezzanotte e venti precise salgono sul palco i Selecter e i cinquecento e passa astanti esplodono in un enorme applauso.
L’overture è affidato al tema di The Avengers, cover della sigla di una serie inglese di spionaggio anni ’60 e registrata sul penultimo album, String Theory del 2013. Il pubblico, fino a quel momento felice ma stanco per le varie ore a “skankeggiare”, e probabilmente anche un po’ sbronzo, comincia a scaldarsi con il primo pezzo storico in scaletta, Three Minute Hero.
Dal vecchio al nuovo con Frontline, il nuovo singolo che anticipa l’uscita del prossimo album Daylight. L’accoglienza dei nuovi brani, ovviamente, non è esplosiva come quella dei pezzi più conosciuti ma ormai il pubblico è estasiato dal momento importante che si sta vivendo. Si procede con brani recenti, Breakdown dall’album Subculture, uno dei migliori degli ultimi anni a mio modesto avviso. Grazie ai vaghi accenni dub del pezzo l’atmosfera si fa più rilassante e catartica.
Io nel frattempo sono ai lati del palco a controllare che non passi gente da dietro. Per modo di dire. Sono letteralmente rapito dal carisma di Pauline. E dagli ettolitri di sudore che il mitico Gasp versa sul palco. Poi arriva una delle canzoni più romantiche dei Selecter, Missing Words. Si presenta uno che vuole passare da dietro per lanciarsi dal palco. Faccio fatica a trattenere lo sguardo più snob che conosco, rispondo con uno sdegno che non c’entra niente. Sì, lo so, livelli di antipatia importante, però dai… Nel frattempo il live va avanti tra altri brani nuovissimi come The Big Badoof, sempre da Daylight e la meno nuova Train to Skaville, cover ripresa dagli Ethopians del 1967.
Quando arriva On My Radio la situazione prevedibilmente diventa fuori controllo. Io stesso non resisto e mi lancio nella bolgia, circa cinque anni di vita persi. Pauline coinvolge il pubblico puntando il microfono verso, sembra soddisfatta dello straordinario entusiasmo. Too Much Pressure chiude degnamente il concerto prima del bis. All’uscita dei Selecter si sente un “Se non metti l’ultima noi non ce ne andiamo“. Anche qui, non c’entra niente, ma il tasso alcolico in giro è alto e il gruppo ha caricato a dovere. Pauline e i Selecter per fortuna non si fanno desiderare troppo ed eseguono Secret Love da String Theory e un medley di pezzi più datati tra cui spiccano Everyday e Carry Go Bring Home.
Niente da dire: un grande live, una carica energetica irresistibile combinata ad uno stile impeccabile. Verso la fine mi sposto sul palco, dietro la band, volevo vivere da vicino gli ultimi momenti. Saluto con un timidissimo cenno Pauline quando scende dal palco. Più che un saluto, un ringraziamento per le emozioni che ancora una volta mi aveva fatto vivere. Non era la prima volta che li vedevo e non sarà certamente l’ultima. Vederli da organizzatore, però, nonostante non abbia potuto godere del live nella sua interezza, è tutta un’altra cosa. Non più o meno bella, semplicemente diversa.
La Gallery a cura di Cristina Elle
- Le Birrette
- Lou Del Bello’s
- Maleducazione Alcolica
- Il dettaglio di Pauline
- Pauline Black
- La scaletta dei Selecter
- Shots In The Dark
- Gli Statuto
- Gli Statuto
- The Urgonauts
- Oscar de Gli Statuto
- Arthur ‘Gaps’ Hendrickson