North East Ska Jazz Orchestra @Torre Regina Giovanna: live report

La North East Ska Jazz Orchestra in un'esibizione dal vivo

Tra le poche band italiane di ska la North East Ska Jazz Orchestra è una di quelle che ultimamente mi hanno impressionato di più: attendevo da molto tempo di assistere ad una loro esibizione dal vivo e l’occasione si è presentata al primo giorno di ferie nella mia terra d’origine, il Salento.

Il contesto nel quale si tiene il concerto è già promettente e vivacissimo di per sé (Gipsyland a Torre Regina Giovanna, in provincia di Brindisi), un festival musicale ed artistico con vari stage tra live, dj set, burlesque, mostre ed esibizioni. A mezzanotte i membri della North East Ska Jazz Orchestra cominciano a salire sul palco e man mano che si sistemano il colpo d’occhio è di grande impatto: diciotto musicisti, una coloratissima selva di ottoni, percussioni e sorrisi.

Nei primi due brani la band espone la propria filosofia ed il proprio stile: si apre con Fables Of Faubus, uno dei pezzi più esplicitamente politici di Charles Mingus, le cui aspre liriche contro il razzismo – del tenore di quelle di un disco roots reggae – sono cantate con gran personalità da Michela Grena. Si continua con un altro classico, questa volta della tradizione giamaicana, Guns Of Navarone degli Skatalites con i solisti che uno ad uno, facendo un passo oltre la selva, mostrano sé stessi e la dimensione dello spettacolo: autentico ska nello stile della prima metà degli anni ’60, ricco di influenze jazz, rhythm’n’blues e latin.

Il boogie di Good Rockin’ Daddy, originariamente di Etta James, introduce l’altra voce femminile, Rosa Mussin, e l’atmosfera sopra (e sotto) il palco inizia a riscaldarsi. Quando al grido di Hola compadres! entra in scena il pittoresco Freddy Frenzy per aggiungersi alle altre due voci e la band attacca Al Capone lo show raggiunge livelli di incandescenza: è impossibile non ballare e non rimanere stupiti ed affascinati dalla forza di questo combo, che si diverte e soprattutto fa divertire senza venire meno all’originale sound giamaicano. Neanche il tempo di tirare il fiato che si riparte subito con due riproposizioni dei Maytals, Broadway Jungle e Bam Bam, intramezzate dalla potente resa di Hard Man Fe Dead, omaggio al compianto Prince Buster. Con gli standard Skaravan (la Caravan di Duke Ellington) e It Ain’t Necessary So si torna in territori swing ed i solisti, non solo i fiati e le voci ma anche il piano, uno alla volta, ridiventano protagonisti su un tappeto ritmico rocksteady. E poi, in chiusura, ancora ska con le versioni serrate di Latin Goes Ska, Go Away di Jackie Opel e Dance Crasher di Alton Ellis. Ma la band non fa in tempo a salutare che il pubblico numeroso la richiama in scena e l’orchestra risponde al tanto affetto con una resa corale, percussiva e quasi gospel di Funky Kingston. Il groove che si crea e che vibra nell’aria fluisce poi nelle conclusive, emblemi delle due correnti stilistiche e culturali cui il combo attinge come fonte d’ispirazione, Take Five e Freedom Sound.

Dopo aver apprezzato il loro album d’esordio, aver assistito e ballato al loro esplosivo live ed aver scambiato quattro chiacchiere con alcuni di loro, sono convinto che la North East Ska Jazz Orchestra meriti tutti gli elogi ed i riconoscimenti che nel tempo le sono stati fatti e mi auguro che progetti come questo si affermino sempre di più per riconnettere, o forse creare per la prima volta, un’autentica e fresca scena ska italiana fatta di musicisti competenti ed appassionati, con più solidi rapporti con il mondo del jazz e del rhythm’n’blues.

» Leggi l’intervista alla North East Ska Jazz Orchestra: “Un gran festival ska o una scena ben consolidata non saranno possibili finché non si creerà una rete, spontanea e naturale, tra i musicisti ska, gli addetti ai lavori, gli appassionati e tutti insieme collaboreranno verso un’unica direzione.

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