Storia dello Ska al Festival di Sanremo

Storia dello Ska al Festival di Sanremo

Per quanto possa suonare strano, il Festival di Sanremo è stato molto importante per la diffusione dello ska in Italia.

L’improbabile relazione tra lo ska italiano e il Festival di Sanremo inizia nell’edizione del 1981, quando vengono invitati come ospiti i Bad Manners, in attività da circa 5 anni con alle spalle un album uscito nel 1980. Come fecero questi due mondi ad incontrarsi? Probabilmente Sanremo voleva attirare un pubblico più giovane, lontano dalle classiche melodie sanremesi. In effetti più o meno ogni anno, da quando la RAI ha perso il suo monopolio televisivo, ogni direttore artistico, almeno a parole, ha espresso il desiderio di voler “svecchiare” l’evento.

Nel caso dei Bad Manners si può dire che l’operazione sia riuscita, soprattutto grazie all’approccio della band a questa manifestazione. D’altra parte, chi suona questo genere ha spesso reagito con giocosa irriverenza nei confronti del Festival di Sanremo e di tutto ciò che esso rappresenta, quasi fosse una reazione alla consapevolezza di essere considerati dai grandi discografici e dal grande pubblico come moda del momento: tanto vale goderselo, quel momento, rimanendo se stessi senza ammorbidire o adattarsi di una virgola. In questo caso Buster Bloodvessel, sul finale di Lorraine, in gran parte eseguita saltellando goffamente in mutande, decide di sbattere in faccia al pubblico dell’Ariston le sue natiche. Inizia così il rapporto tra ska e Sanremo. Buster sarà per sempre bandito dalla tv italiana. Su sua stessa ammissione, la vicenda ha dato una certa notorietà ai Bad Manners in Italia e i live in questi anni non sono quasi mai mancati.

Nel 1992 arriva la volta degli Statuto, in gara tra gli artisti emergenti. Per comprendere in che modo si siano approcciati alla competizione i torinesi, basti sapere come sono arrivati alla decisione di parteciparvi. Oskar Giammarinaro dichiarò, a proposito della proposta della casa discografica di partecipare a Sanremo: “Non sapevamo che fare, e così abbiamo convocato un’assemblea di mod torinesi chiedendo un parere. A stragrande maggioranza la base dei nostri fans ci ha dato il via. Ed eccoci qui non per fare il festival ma per far sapere che il movimento mod esiste ed è forte“. Durante quest’assemblea ci fu una votazione: decine e decine furono i favorevoli, un solo contrario ed un solo astenuto. Ad astenersi fu proprio Oskar, voce e leader degli Statuto.

Gli Statuto si presentarono al Festival con una coppa, organizzando anche una storica sfilata di mods nei pressi dell’Ariston. Queste immagini, in parte, furono incluse nel video ufficiale della canzone. Quella partecipazione ha avuto il merito di portare alla ribalta mediatica la sottocultura, costringendo i giornalisti a interrogarsi su chi fossero questi tipi buffi con gli occhiali da sole, fuori contesto, sgangherati, ma nello stesso tempo elegantissimi. I dettagli su Sanremo sono sviscerati anche nei libri Il migliore dei mondi possibili e Statuto/30. La ribellione elegante.

Abbiamo vinto il Festival di Sanremo è stato il più grande successo gli Statuto. Gli ha permesso di arrivare in finale al Festival e di classificarsi noni. Erano riusciti nel loro intento: avevano acquisito una certa popolarità, avevano contribuito fortemente a fare emergere in Italia lo ska e il movimento mod senza snaturarsi e si erano divertiti organizzando feste con i loro “supporter”. Avevano anche prenotato il pullman per il ritorno prima della serata finale. “Siamo mod, mica fessi…“, rispondevano a chi gli domandasse cosa avrebbero fatto in caso fossero stati selezionati. Eppure, in finale, ci sono arrivati davvero. Il pullman ha dovuto aspettarli qualche giorno in più.

Meno appariscente e chiacchierata di queste “invasioni” a Sanremo è stata quella di Giuliano Palma che nel 2014 si presenta solista senza i Blubeaters con due brani, Un Bacio Crudele e Così Lontano, arrivando undicesimo. I pezzi di Giuliano Palma saranno poi inseriti all’interno del suo album Old Boy. Durante la serata in cui gli artisti in gara si esibiscono con cover di storiche canzoni italiane, Giuliano canta I Say I’ Sto Ccà di Pino Daniele, insieme al rapper Clementino. Questo pezzo sarà poi ripreso con successo all’interno dell’album di Giuliano Palma Groovin’.

Il ritmo in levare è tornato a Sanremo nel 2015, quando Neffa ha deciso di scegliere i Bluebeaters come suoi ospiti. Insieme si sono esibiti in una versione di O’ Sarracino.

Queste ultime partecipazioni si collocano in un contesto temporale completamente diverso rispetto ai tempi dei Bad Manners e Statuto. Sicuramente arricchiscono musicalmente la manifestazione, ma lo ska in Italia non è più una novità e gli artisti in questo caso, forse anche semplicemente per caratteristiche diverse, non si presentano più come outsider con voglia di stupire, ma in una versione più adattata alle esigenze, rendendo l’integrazione dei due mondi più soft ed orientata esclusivamente alla musica.

Infine, da citare la partecipazione dei Pitura Freska nel 1997 con Papa Nero, diventato un vero e proprio tormentone. Se si parla di reggae a Sanremo, le partecipazioni sono leggermente di più, tra nuove proposte e ospitate. Qui ne trovate alcune

Rispondi