Tommy McCook è stato uno dei più importanti musicisti giamaicani. Herbie Mann un flautista jazz di successo. Insieme hanno dato vita all’album Reggae.
Nel 1973 Tommy McCook va in Inghilterra. La Tv inglese BBC voleva dedicare uno speciale a Jimmy Cliff, e Tommy McCook fu invitato a far parte della formazione che doveva esibirsi. In quest’occasione, Tommy incontra Herbie Mann.
Si tratta di due figure autorevolissime in ambito musicale. Tommy McCook (1927-1998) è stato un abile sassofonista. Figura centrale per la nascita dello Ska attraverso la fondazione degli Skatalites, successivamente divenne forza trainante per la nascita del RockSteady e del Reggae grazie al suo lavoro con la Treasure Island. Herbie Mann (1930-2003) è stato un flautista jazz statunitense, tra i precursori della World Music.
Nel 1973, quindi, i due si incontrano. Herbie Mann propone a Tommy McCook di creare una sua band (otto componenti!) per fondere le loro caratteristiche e creare un album, un LP jazz dai ritmi reggae. McCook accetta la proposta. Il risultato l’album Reggae, uscito quello stesso anno. A detta di McCook, l’album vendette milioni di copie.
Il disco contiene solo quattro canzoni, tutte cover e strumentali, ma ha una durata notevole che si avvicina ai quaranta minuti. L’album è molto apprezzabile, pur non trattandosi di un capolavoro. Abbiamo però a che fare con una rarità, e con un esperimento interessantissimo, considerato il mix di influenze e la collaborazione di base che lo caratterizza. Un opera in cui convergono reggae, jazz, R&B e pop.
La prima traccia è Ob-La-Di, Ob-La-Da, pezzo dei Beatles del 1968. E’ probabilmente il pezzo più “debole” dell’album, ma già rende riconoscibili alcune caratteristiche di questo lavoro. Esso, infatti, si presenta molto meno reggae di quello che ci si potrebbe aspettare guardando al titolo. Il flauto di Herbie Mann è l’assoluto protagonista, gli altri strumenti lo seguono. Il sassofono di Tommy McCook è molto dolce.
La seconda traccia è uno dei maggiori classici della musica giamaicana, Rivers of Babylon. Si tratta di una canzone religiosa ispirata da alcuni versi biblici, scritta nel 1970 da Brent Drowe e Trevor McNaughton dei Melodians. Qui il flauto è meno pervasivo rispetto all’apertura del disco, e si ha l’opportunità di apprezzare il talento della band che accompagna Herbie Mann e TommyMcCook.
La terza traccia è Swinging Sheperd Blues, scritta dal flautista Moe Koffman. Qui, più che nelle altre canzoni del disco, si fanno sentire le influenze jazz.
L’ultima traccia è la celebre My Girl, singolo dei Tempations del 1964. Il pezzo ha ricevuto numerosissime cover, tra cui quella di Georgie Fame. E’ il pezzo più bello e lungo dell’album, dura ben 18 minuti. Tutti i musicisti, qui, hanno l’opportunità di esprimersi al meglio.